Prof. Giandomenico Pisapia

Lo Studio Legale Pisapia nasce negli anni ‘40 su iniziativa del Prof. Avv. Gian Domenico Pisapia (Caserta, 22 febbraio 1915 – Milano, 25 febbraio 1995), che nel 1935, a soli 20 anni, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode presso l'Università di Napoli. Nel 1938 si è laureato in Filosofia e nello stesso anno ha fatto parte dell’Avvocatura dello Stato, dove ha esercitato le sue funzioni fino a quando fu costretto a dimettersi per aver rifiutato fedeltà al regime fascista.

Il suo ingresso nel mondo accademico risale al 1942 quando consegue la libera docenza in Diritto penale e nel 1943 è incaricato dell'insegnamento presso l'Università degli studi di Modena, della cui facoltà giuridica successivamente diventerà Preside.

Nel 1961 è chiamato alla cattedra di Istituzioni di Diritto Penale presso l'Università Statale di Milano. Nel 1963 ottiene la cattedra di Procedura Penale e successivamente ricopre anche l'insegnamento di Criminologia.

Negli anni ’80 nel corso dell’ultima lezione agli studenti il prof. Giandomenico Pisapia ha voluto congedarsi dal mondo universitario, a cui era molto legato, con un insegnamento che interessa ricordare perché ancora estremamente attuale “gli studiosi hanno di fronte ai problemi della libertà una responsabilità a cui non devono mai essere indegni e di cui devono dimostrarsi consapevoli e degni nei momenti decisivi della storia. Occorre saper fare ad un certo momento le proprie scelte e trasferire la propria esperienza se non si vuole che certi valori nei quali si crede restino soffocati per inerzia o siano sopraffatti dalla violenza”.

Nella sua lunga carriera, oltre che autore di fondamentali pubblicazioni scientifiche in ambito di diritto sostanziale e processuale, è stato condirettore della "Rivista italiana del Diritto e Procedura Penale", della "Rivista di Diritto processuale" della "Rivista Penale" e Direttore della “Rivista matrimoniale e dello stato delle persone” e dei "Cahìers de Defense Sociale". Nel 1983, con Giovanni Conso, fonda l’Associazione tra gli Studiosi del Processo Penale, di cui è stato presidente per alcuni anni e che oggi è intitolata al suo nome.

Ha partecipato - in rappresentanza del Ministero della Pubblica Istruzione, del Ministero della Giustizia e del Centro Nazionale dì Prevenzione e Difesa Sociale - ai più importanti congressi internazionali e nazionali e, in particolare, a quelli delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine tenutisi a Ginevra, Londra, Aja, Stoccolma, Kjoto, Caracas, Milano e l'Avana.

È stato insignito di decorazioni italiane e straniere: Grande Ufficiale all'Ordine al merito della Repubblica; Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana; Medaglia d'Oro del Ministero della Pubblica istruzione per i meriti della cultura e dell'arte; Comm. del Orden de Majo della Repubblica Argentina. È stato anche nominato Professore Emerito della Facultade de Derecio di Bauru (Brasile) e Avvocato onorario di San Paolo (Brasile).

Ha coronato il suo percorso di studioso e avvocato firmando il progetto del codice di procedura penale approvato nel 1988 ed entrato in vigore il 24 ottobre 1989.

Come ricorda il Prof. Ennio Amodio “La commissione ministeriale incaricata di redigere le nuove norme sulla base della legge delega 16 febbraio 1987 n. 81 fu da lui presieduta e guidata non solo con l’esperienza maturata in tanti anni di studio e di vita professionale, ma anche con la sua impareggiabile arte di promuovere il confronto aperto tra le diverse componenti del gruppo di lavoro. Solo in quel clima di virtuoso pluralismo è stato possibile dar vita al primo e finora unico codice dell’Italia repubblicana, superando l’eredità della cultura inquisitoria”.

Nel corso della lunga professione forense, il prof. Giandomenico Pisapia è stato difensore in molti importanti processi: da quello della "Zanzara", in nome della libertà di stampa e in difesa degli studenti del liceo Parini, a quello del Sifar che permise di scoprire le deviazioni dei servizi segreti; da quello a carico dei testimoni di Geova a difesa della libertà religiosa e di coscienza; all'intervento, come teste volontario, in difesa di Pasquale Virgilio ingiustamente accusato dell'omicidio del benzinaio di piazzale Lotto. In quell'occasione, per non venire meno al proprio senso della giustizia, mise in gioco la propria figura professionale e accademica.
Del suo eloquio, insigni giuristi (come per esempio il prof. Giuliano Vassalli) affermavano che il Prof. Pisapia aveva uno stile «asciutto ed essenziale», capace di affascinare i magistrati che lo ascoltavano per la serietà, la sobrietà e la chiarezza del suo linguaggio.